Ormai sappiamo da tempo che dieta, fattori ambientali e stile di vita possono incidere sulla nostra salute e sulla fertilità.
Gli studi, soprattutto per quanto riguarda dieta e fertilità sono sempre in aumento e per questo motivo ho deciso di riportare una delle ultime revisioni scientifiche (2019) a riguardo.
L’alimentazione svolge un ruolo importante nel migliorare l’efficienza riproduttiva sia nelle donne che negli uomini. Ad oggi esistono molteplici prove scientifiche che relazionano un elevato peso corporeo con una ridotta fertilità, cosi come si conosce la relazione tra disturbi ovulatori e malattie metaboliche come il diabete.
Ma che tipo di alimentazione può essere utile per una corretta ovulazione ?
Il ruolo di diversi nutrienti che potrebbero avere un impatto sulla fertilità femminile sono riassunti nelle sezioni seguenti.
Proteine
Macronutrienti essenziali che svolgono numerose funzioni.
Nel gruppo delle proteine fanno parte pesce, carne, uova e latticini, che sono di origine animale, e i legumi che sono una fonte di proteine vegetali .
Il vantaggio del consumo di proteine in una dieta volta a migliorare l’ovulazione e la presenza di amminoacidi essenziali per una corretta maturazione ovocitaria e la riduzione dell’iperinsulinemia.
La riduzione dell’iperinsulinemia risulta estremamente importante in donne affette da PCOS (sindrome dell’ovaio policistico), in cui rappresenta il primum movens del disequilibrio ormonale e dei cicli anovulatori in donne con PCOS.
La sindrome dell’ovaio policistico è il disequilibrio ormonale femminile maggiormente frequente nelle donne in età fertile e si associa a una ridotta o mancata ovulazione con aumento della concentrazione degli ormoni maschili.
A questo proposito, altri studiosi hanno dimostrato che nelle donne sane una dieta ricca di proteine, in particolare di proteine animali, è significativamente associata a livelli più bassi di testosterone, evidenziando così la potenziale correlazione tra l’assunzione di proteine e la sintesi degli ormoni maschili, che sono connessi con una ridotta fertilità soprattutto in donne affetta da PCOS.
Carboidrati
Ad oggi non è ancora stato stabilito se il consumo di carboidrati possa avere un effetto sull’ovulazione e in generale sulla fertilità nelle donne sane. In una popolazione di 17.544 donne, Chavarro, uno dei più importanti ricercatori della correlazione fertilità e stili di vita, ha mostrato che l’assunzione eccessiva di carboidrati è associata a disturbi ovulatori. Con grande sicurezza gli studi confermano che la riduzione di carboidrati, in particolare l’utilizzo di diete a basso carico glicemico, possa essere utile in donne con PCOS per ripristinare la funzione ovulatoria e la fertilità. Pertanto, è possibile che diversi disturbi ovulatori siano causati dagli effetti dell’assunzione di carboidrati sul metabolismo del glucosio.
Un elevato carico glicemico peggiora l’ovulazione perché:
- Si correla ad un aumento dell’insulina nel sangue che è associata ad un maggiore rilascio di ormoni maschili
- Elevate concentrazioni di glucosio nel sangue e nel liquido follicolare non favoriscono una corretta maturazione degli ovociti
- Un’insulina elevata in modo costante si correla con un’infiammazione silente che favorisce la prodizione di sostane pro-infiammatorie e pro-ossidanti che non facilitano la maturazione degli ovociti e l’attecchimento degli embrioni
- In conclusione possiamo che il tutto si traduce in disturbi endocrini e difetti maturativi degli ovociti e quindi una riduzione delle possibilità di concepimento .
Lipidi
L’impatto dei grassi sulla riproduzione nelle donne ad oggi è un vero focus della ricerca.
L’utilizzo di acidi grassi poli insaturi (PUFA) sembrerebbe essere correlato ad un aumento delle concertazioni di progesterone ormone essenziale per una corretta ovulazione.
I grassi rivestono un ruolo di grande importanza nella dieta per la fertilità. I grassi animali rappresentano, attraversola presenza del colesterolo, precursori importanti per la sintesi degli ormoni sessuali e vitamina D, mentre quelli vegetali rappresentano una fonte di antiossidanti.
Risulta però importante evidenziare che l’utilizzo dei grassi è strettamente correlato alla tipologia di dieta e lo stile di vita che si segue.
Infatti i grassi sono le molecole che con maggiore facilità vanno incontro a danno molecolare, e possono andare incontro facilmente a modificazioni strutturali, se entrano in contatto con sostanze pro-ossidanti . Per questo motivo in un soggetto che presenta grandi quantità di sostanze ossidanti, perché fuma, vive una vita sedentaria, segue una dieta occidentale, l’introduzione di grassi, anche di grassi buoni come i PUFA sopra descritti, potrebbe essere controproducente, perché questi grassi andrebbero facilmente incontro ad ossidazione e danno.
In questi soggetti è necessario operare una modifica dello stile di vita, l’introduzione di una dieta antinfiammatoria, l’utilizzo di antiossidanti e solo infine il consumo di grassi PUFA, perché solo quando l’organismo sarà riequilibrato questi grassi eserciteranno il loro effetto positivo.
INTEGRAZIONI
Antiossidanti
Lo stress ossidativo è uno squilibrio corporeo tra la protezione antiossidante e il rilascio di radicali liberi (sostanze pro-ossidanti).
La dieta rappresenta una fonte di oligoelementi e vitamine e in caso di squilibrio tra sostanze pro ossidanti ed antiossidanti potrebbe essere utile valutare una dieta maggiormente ricca di antiossidanti e, ove necessario, fare un’integrazione specifica.
Alcuni studi supportano la tesi che donne che hanno avuto aborti spontanei e difetti della fase luteale (un’alterata ovulazione) possono giovare di un’integrazione di antiossidanti, se carenti, migliorando in questo modo la loro fertilità.
Attenzione però a farsi sempre guidare da un professionista, infatti un altro studio ha evidenziato come, nonostante il ruolo benefico degli antiossidanti, il loro consumo errato o eccessivo consumo potrebbe indurre anche effetti negativi.
I folati
È noto che la supplementazione preconcezionale di acido folico migliora le concentrazioni di folati e diminuisce i livelli di omocisteina nel liquido follicolare e nel sangue. La supplementazione con acido folico, o multivitaminici contenenti acido folico, è stata associata a una migliore qualità dell’embrione, a maggiori possibilità di gravidanza e al ridotto rischio di infertilità ovulatoria.
I folati sono un gruppo di coenzimi che svolgono ruoli fondamentali nella sintesi del DNA, nella metilazione e nella sintesi proteica. In effetti, la carenza di folati può alterare questi processi sintetici con conseguente accumulo di omocisteina e conseguenti reazioni eccessive di stress ossidativo e metilazione. La metilazione del DNA è un meccanismo in grado di modificare l’espressione di geni specifici senza cambiare la sequenza del DNA.
Vi sono tre enzimi, vale a dire la metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR), la metionina sintasi (MTR) e la metionina sintasi reduttasi (MTRR) che svolgono un ruolo importante nelle vie metaboliche dell’omocisteina e dei folati.
Può esserci una mutazione a carico dell’enzima MTHFR che non rende attivo ed utilizzabile l’acido folico con conseguente aumento dell’omocisteina nel sangue. Alcuni studiosi hanno evidenziato che due mesi di integrazione giornaliera di acido folico nelle donne con una storia di aborti spontanei inspiegabili che presentavano la mutazione del gene MTHFR hanno ridotto le loro concentrazioni di omocisteina che un aumento delle possibilità di concepimento.
La dieta mediterranea (MedDiet)
La dieta mediterranea è caratterizzata da un’elevata quantità di legumi, verdure e frutta, olio d’oliva, cereali non raffinati, un consumo elevato di pesce, consumo moderato di vino e un basso consumo di carne.
Recentemente, diversi studi hanno dimostrato che diete diverse possono influire in maniera diversa sugli esiti della fecondazione in vitro e la dieta mediterranea era positivamente correlata con adeguate concentrazioni di acido folico e vitamina B6 nel sangue e nel liquido follicolari, con un aumento del 40% delle possibilità di gravidanza. Un altro studio ha valutato l’influenza della dieta mediterranea sul risultato di tecniche di procreazione che correlavano positivamente alla gravidanza clinica e al parto.
IL SUPPLEMENTO ORALE CONTRO GLI INTERFERENTI ENDOCRINI
Gli interferenti endocrini sono sostanze presenti nell’ambiente che hanno una struttura molecolare simile agli ormoni e che possono entrare in contatto con il nostro organismo dando risposte ormonali alterate, tra cui anche una riduzione della fertilità.
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Studi epidemiologici sull’uomo hanno recentemente evidenziato la presenza di interferenti endocrini nelle urine o nel siero di donne che hanno difficoltà a concepire e / o soffrono di menopausa precoce.
Studi sugli animali hanno dimostrato che un’adeguata assunzione dietetica di integratori come vitamine del gruppo B e alcuni antiossidanti sono in grado di ridurre gli effetti degli interferenti endocrini favorendo un ripristino della fertilità.
Fonti
Nutrition and Female Fertility: An Interdependent Correlation, Erica Silvestris et al., Front Endocrinol (Lausanne), 2019.