La fertilità non è una questione che ci si deve porre esclusivamente quando si è alla ricerca di una gravidanza, bensì è un qualcosa che ci dà informazioni importanti riguardo l’equilibrio ormonale e la salute in genere.
Spesso quando si affronta la questione della fertilità per un mancato concepimento inizia un percorso che vede protagonista quasi esclusivamente la donna.
In ambito nutrizionale, però è molto utile condividere questo percorso con il proprio partner per aumentarne i vantaggi:
- una nutrizione specifica per la fertilità non solo è utile per la donna ma anche per l’uomo, per motivi che spiegherò di seguito e negli articoli a venire
- condividere il percorso dietetico è un modo per vivere insieme parte del percorso, dato che la maggior parte dei trattamenti sono fatti esclusivamente alla donna, la parte dietetica rappresenta qualcosa da poter fare in due
- condividere il percorso nutrizionale può aiutare, anche a livello psicologico a condividere lo stress e ad individuare un supporto nel partner
Ma perché la dieta può aiutare ad aumentare la possibilità di concepimento?
Il ruolo della dieta nella fertilità
- Raggiungimento del peso forma. Numerosi studi hanno evidenziato come un peso nella norma sia connesso con maggiori probabilità di concepimento, in particolare, come è possibile vedere nello schema di sotto, la diminuzione di un punto del BMI (indice di massa corporea, rapporto tra il peso e l’altezza), aumenta la probabilità di concepimento del 1.19 Mentre l’aumento di un punto di BMI diminuisce le possibilità di concepimento del 0.98
- Miglioramento della glicemia e insulinemia. La condizione d’iperinsulimenia è connessa, sia nell’uomo che nella donna con un alterato equilibrio ormonale a carico delle proteine che trasportano gli ormoni sessuali (SHBG), questa alterazione induce nell’uomo un aumentata circolazione di ormoni femminili (estrogeni) e nella donna aumentata circolazione degli ormoni maschili (androgeni), inducendo una diminuita fertilità.
- Diminuzione degli interferenti endocrini. Attraverso un intervento dietetico è possibile andare a diminuire quelle sostanze che agiscono da interferenti endocrini e che hanno effetto sull’equilibrio ormonale incidendo sulla fertilità.
In particolare:
- utilizzo di prodotti biologici, per quanto riguarda frutta e verdura, o alimenti provenienti da allevamenti consapevoli, se di origine animale, cosi da assicurare una buona qualità delle materie prime e che non presentino interferenti endocrini come pesticidi, per quanto riguarda frutta e verdura, o antibiotici e ormoni per quanto riguarda gli alimenti di origine animale.
- Alcol: riduzione dell’alcol, che altera l’equilibrio ormonale nell’uomo ma soprattutto nella donna, diminuendo la secrezione di progesterone, ormone fondamentale per un buon attecchimento dell’embrione all’utero.
- Fumo: riduzione dell’abitudine al fumo che favorisce un’aumentata produzione di sostanze reattive dell’ossigeno (ROS) che diminuiscono la qualità spermatica e inducono danno al DNA della cellula uovo e dello spermatozoi, con possibile induzione di aborti spontanei e malformazione dell’embrione
- Attività Fisica: è stato osservato come una moderata attività fisica possa migliorare le possibilità di concepimento , sia per una riduzione del tessuto adiposo – vedi punto uno e due- ma anche per una maggiore eliminazione delle tossine e un miglioramento dell’equilibrio ormonale in particolar modo a carico di glicemia ed insulina. Inoltre l’attività fisica è da tempo considerata terapia di elezione per disfunzione erettile (nell’uomo) e sindrome dell’ovaio policistico (nella donna )
La fertilità e l’aumento delle possibilità di concepimento sono frutto di un quadro complesso in cui entrano in gioco vari aspetti, per cui tutti gli aspetti devono essere seguiti e presi in considerazione per aumentare nettamente le possibilità di concepimento, sia se si affronta un percorso naturale sia in un percorso di PMA (procreazione medicalmente assistita) e in cui anche la nutrizione gioca un ruolo chiave.
Fonte principale
Handbook of Fertility di Ronald Ross Watson, Accademic Press, 2015