L’endometriosi è un patologia infiammatoria cronica estrogeno dipendente.
Queste patologia è caratterizzata dalla presenta di tessuto endometriale in sedi differenti da quelle usuali. Questo tessuto ha la capacita di crescere sotto l’infusso degli ormoni, per questo motivo quetst patologia presenta acutizzazioni e slatentizzazioni in base alla fluttuazioni ormonali.
Viene definita una patologia da dominanza estrogenica, perche compare soprattutto in donne che presentano questo sbilanciamento ormonale (di cui parlo qui), e colpisce circa il 10%delle donne.L’endometriosi viene definita malattia sociale, perché incide fortemente sulla qualità della vita, principalmente per i seguenti motivi:
– la grande dolorabilità, soprattutto in prossimità e/o durante il ciclo mestruale, rendendo difficili molte delle normali azioni quotidiane
– il 40-50 % delle donne affette da questa patologie hanno difficoltà di concepimento
– si riscontra spesso dolorabilità nei rapporti sessuali, incidendo quindi anche sulla vita di coppia.
L’alimentazione
Per prevenire i sintomi o alleviarli risulta utile integrare la terapia farmacologica con una dieta adeguata.
Innanzitutto una perdita di peso è consigliata, per abbassare la produzione di estrogeni. Questi ormoni vengono prodotti anche dal tessuto adiposo, quindi una diminuzione del tessuto adiposo si correla positivamente con una diminuzione dei sintomi.
Molte sostanze sembrano avere un effetto positivo nella diminuzione dei sintomi. Vari studi hanno dimostrato che tali sostanze hanno effetto positivo solo se provenienti dagli alimenti, e che l’uso di integratori specifici non dà gli stessi effetti sulla remissione dei sintomi.
Altri studi hanno dimostrato che una dieta antinfiammatoria, ricca principalmente di vitamina A, C ed E, seguita per almeno 3 mesi, permette un aumento delle sostanze antinfiammatorie a livello periferico (glutatione e superossido dismutasi) diminuendo così i sintomi. Per questo motivo sono consigliati frutta, verdura e cereali integrali, preferendo, almeno in un primo periodo i cereali naturalmente senza glutine come miglio, riso, quinoa, amaranto e grano saraceno. In un secondo momento si valuterà un’ alternanza di cereali con maggiore e minore quantità di glutine. Infatti è stato osservato che il glutine ha un effetto infiammatorio anche in persone che non sono celiache, che abbiano già un processo infiammatorio in corso.
Gli studi hanno evidenziato l’importanza di altri due elementi: la vitamina D, per la quale è stato dimostrato che un adeguata/tendenzialmente alta concentrazione ematica permette una diminuzione dei sintomi, e gli alimenti ricchi in omega 3 che permettono una diminuzione dell’infiammazione.
Alimenti si e alimenti no
Latte e latticini : gli studi a riguardo sono controversi.
Alcuni consigliano almeno una porzione di latticini al giorno e altri invece sconsigliano totalmente questi alimenti per il loro effetto pro-infiammatorio, i dati contrastanti sono probabilmente dovuti alla tipologia di latte usato (scremato o intero), infatti la presenza dei grassi del latte all’interno della dieta, soprattutto se l’animale non ha vissuto in allevamenti intesivi, sembrerebbe essere protettivo e benefico per l’intestino permettendo la selezione di una flora batterica positiva.
Quindi ? meglio utilizzare, al posto del latte, il burro di buona qualità (quello giallo ricco di vitamine o quello chiarificato),
dove sono presenti i grassi utili a selezionare la flora batterica e non le caseine che hanno effetto proinfiammatorio.
Pesce: alimento particolarmente consigliato perché ricco di omega 3, ma preferirlo sempre azzurro e non di allevamento
Uova: vanno benissimo, ma solo se provengono da allevamenti a terra, ancora meglio se riuscite a trovare un contadino di fiducia dal quale procurarvele :)
Carne: da preferirsi quella non derivante da allevamenti intensivi, le modalità di allevamento e di alimentazione incidono fortemente sul profilo lipidico della animale. Se cresciuto “felice” avrà un quantitativo maggiore di omega 3.
N.B. sono comunque da abolire le carni conservate
Legumi: no assoluto alla soia, ricca di fitormoni che agiscono come interferenti endocrini, aumentando i sintomi dell’endometriosi, si agli altri legumi , stando attenti alla preparazione: bisogna tenerli una notte a mollo, il giorno dopo eliminare l’acqua e poi procedere alla cottura, in questo modo saranno allontanate tutte quelle sostanze proinfiammatorie che sono contenute nei legumi.
La dieta dovrebbe quindi andare a lavorare su questi aspetti fondamentali, trovando un equilibri che possa favorire la riduzione dei segni e sintomi con conseguente miglioramento della qualità di vita.
Per quanto riguarda la prevenzione ?
L’origine e le modalità di sviluppo di questa patologia sono ad oggi ancora oscure, sembrerebbe comunque che ci sia un contributo alimentare, della mamma durante la gravidanza e della figlia prima dello sviluppo della patologia. In particolare è stato osservato che donne che non presentavano endometriosi avevano concentrazioni maggiori di vitamine B1, B6 e B12.Queste vitamine hanno effetto sul DNA, aumentando o diminuendo le trascrizioni dei geni., per cui avere concentrazioni adeguate di queste vitamine durante la gravidanza e durante tutta la vita della donna potrebbe permettere una non trascrizione dei geni coinvolti nello sviluppo della patologia.
Fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26841161
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19476631
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23380045